martedì 24 dicembre 2013

La Cucina di Natale: Mini-sbrisolone con i nostri migliori auguri

Mini Sbrisolone

Quest'anno i nostri cari troveranno sotto l'albero un sacchettino con queste mini-sbrisolone. Sono fatte seguendo la ricetta tradizionale che utilizza la farina di mais fine che trovate in commercio col nome di fioretto, tipo quella per la polenta ma un po' meno granulosa. Serve per dare al palato la sensazione di 'ruvidezza' che caratterizza questo dolce tipico mantovano.
Per dare la forma a cuore abbiamo utilizzato degli stampini monouso in alluminio come questi ma potete usare anche gli stampi da forno normali purché siano imburrati e infarinati.

Ingredienti per 10/12 mini-sbrisolone
250g di farina 00
150g di farina di mais fine (fioretto)
195g di burro freddo a pezzettini
150g di mandorle senza pelle
200g di zucchero
la buccia grattugiata di un limone non trattato
una bustina di vanillina
2 tuorli
mandorle con la pelle q.b. per decorare

Tritare non troppo finemente le mandorle pelate; in una terrina mettere le due farine, le mandorle tritate, il burro, la scorza, la vanillina, i tuorli, lo zucchero. Lavorare tutti gli ingredienti velocemente, in modo che l'impasto abbia un aspetto granuloso. Distribuire l'impasto sbriciolandolo sul fondo segli stampini senza compattarlo. Decorare con le mandorle con la buccia. Cuocere in forno fermo a 180° gradi per 35/40 minuti circa, fino a quando non si saranno scurite. Lasciare raffreddare bene e staccare dagli stampini. Sono buonissime da mordere lì per lì oppure a fine pasto accompagnate da vini liquorosi come fareste coi cantucci.  
E con queste delizie vi auguriamo di passare un bellissimo Natale a sfondarvi di cibo, esattamente come faremo noi!!!

lunedì 23 dicembre 2013

La Cucina di Natale: Biscotti Paprenjak

I Paprenjak sono biscotti croati che sanno proprio di Natale: si fanno con chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe e noci; dopo un po' che sono nel forno, in casa si diffonde un profumo meraviglioso, provare per credere. Fate questi, invece del solito gingerbread!
Li abbiamo conosciuti grazie alla nostra vacanza croata; gli originali sono realizzati con appositi stampini di legno con parti concave dalle forme più diverse. Non avendo nulla di simile, abbiamo usato un normalissimo tagliabiscotti. 
Partendo da questa ricetta abbiamo cambiato solo le dosi di cannella e pepe, e qualcosa nel procedimento. Ecco come si fanno:

Ingredienti per 45 biscotti (con un tagliabiscotti 5x5 cm + un tagliabiscotti più piccolo di qualsiasi forma)
450g di farina 00
180g burro freddo a pezzettini
150g noci
3 tuorli
1 uovo intero
2 cucchiai di miele
1 cucchiaino e mezzo di cannella in polvere
1 cucchiaino di chiodi di garofano
1 cucchiaino di noce moscata
una punta di cucchiaino di pepe bianco

Tritare finemente le noci e i chiodi di garofano nel tritatutto con qualche cucchiaio di zucchero. Mescolare quindi tutti gli ingredienti secchi (farina, zucchero rimasto, noci, spezie) in una terrina capiente. Unire il burro a pezzettini e lavorate con la punta delle dita fino a ottenere un composto sabbioso. A questo punto aggiungere le uova e il miele, mescolare velocemente e trasferire tutto sulla spianatoia. Lavorare l'impasto fino a che risulterà compatto e trasferirlo in frigo per massimo un'ora.
Stendere la pasta alta circa 5 mm e ritagliare la base quadrata finché c'è spazio. Adagiare i futuri biscotti su una teglia rivestita di carta forno. Rimettere insieme i ritagli e stendere la pasta più sottile, massimo 3 mm; ricavare il mini biscotto da mettere sopra i quadrati di impasto.
Quando il forno ha raggiunto i 180°, infornare per circa 20/25 minuti, controllando che i Paprenjak risultino dorati. Lasciate raffreddare e servite. Con la cioccolata sono buonissimi!


lunedì 16 dicembre 2013

Buone nuove per gli amanti della birra artigianale: il Birrificio La Ribalta

Birrificio La Ribalta

Sabato 7 dicembre, ospiti della Pazzeria di Milano, abbiamo assaggiato le birre prodotte dal Birrificio La Ribalta, nato da poco e con idee ambiziose da realizzare.
Le birre attualmente sono prodotte in collaborazione con Giustospirito, birrificio nato nel 2010 a Reggio Emilia, ma presto La Ribalta avrà la sua sede a Milano.
Riccardo Berenato, uno dei fondatori insieme a Cosimo De Monticelli e Marco Longhi (tutti sotto i trent'anni), ci ha dedicato un po' del suo tempo e ha risposto alle nostre domande:

Com'è nato il birrificio La Ribalta?
Si può dire che il birrificio la Ribalta è nato quasi per caso, quando, una sera di circa tre anni fa, uno degli attuali tre soci ci invitò a casa sua a bere una birra da lui prodotta. Allora eravamo soltanto appassionati degustatori e certo non ci saremo mai immaginati che da li a qualche anno saremmo diventati addirittura produttori!
Da quel giorno è infatti iniziato un lungo, travagliato ma entusiasmante percorso che ci ha portato, ad oggi, a poter annunciare l’apertura del nuovo birrificio milanese.
Qual'è stato il vostro percorso professionale per diventare birrai?
Da quella fatidica sera abbiamo iniziato, per pura passione (l’idea di farne una professione era ancora molto remota), ma con frequenza, a produrre birra, prima in casa e con attrezzatura a dir poco rudimentale, poi in un piccolo laboratorio di fortuna con un impiantino semiprofessionale. Tutta esperienza, questa, utilissima, ma che sarebbe stata indubbiamente incompleta senza il vero salto professionalizzante che è stato il corso all’ Università VLB diBerlino. Qui è iniziato il vero passaggio da un approccio di tipo casalingo a uno di tipo professionale e scientifico, completato da numerosi seminari svolti prevalentemente in Germania.
Come selezionate e da dove provengono le vostre materie prime?
Essendo un’attività artigianale tutte le materie prime sono accuratamente selezionate e di prima qualità. I malti li importiamo prevalentemente dalla rinomata azienda tedesca Weyermann; i luppoli provengono da varie parti del mondo, dalla Gran Bretagna, agli USA, alla Nuova Zelanda; i lieviti sono prodotti nei laboratori Fermentis.
Quante birre producete attualmente e quali sono le loro caratteristiche?
Attualmente stiamo commercializzando solo due birre, una Pale Ale e una Belgian Tripel. Nel nostro locale avremo, a regime, otto birre alla spina e due o tre alle pompe. Tra queste ci saranno birre per tutti i palati, da quelle più classiche a quelle più particolari, alcune stagionali, altre da invecchiamento, come la nostra Barley Wine, altre ancora più peculiarmente italiane, come la birra alle castagne o una birra con mosto di vino che stiamo
sperimentando proprio in questi giorni.
Cosa avete in programma nel futuro prossimo?
Se tutto va bene a settembre 2014 apriremo finalmente il nostro birrificio a Milano, in via Cevedale 5, zona Bovisa. Ad oggi stiamo producendo presso gli impianti del birrificio Giustospirito di Reggio Emilia, con i quali è nata una bellissima collaborazione che probabilmente durerà anche dopo che ci saremo trasferiti nei locali di Milano, oggi in fase di ristrutturazione. L’edificio che ci ospiterà è un vecchio fabbricato industriale (un ex ribalta per camion, appunto) che stiamo completamente riqualificando all’insegna della bioedilizia e dell’ecosostenibilità. La struttura sarà interamente in legno con ampie vetrate che lasceranno intravedere, dal grande cortile interno, gli impianti di produzione. La nostra idea è un birrificio aperto, trasparente, che sappia diffondere l’arte della birra artigianale e non solo... Non mancheranno i concerti di musica dal vivo e altri eventi stimolanti. Insomma, un fermento sia brassicolo sia culturale!

Molta carne al fuoco per questi tre ragazzi; parlare con Riccardo non lascia dubbi: hanno messo la passione alla base di tutto. Non ci resta che aspettare settembre e chi lo sa, magari riusciremo a vedere in anteprima la sede di Milano. Vi terremo aggiornati.
Intanto andate alla Pazzeria in piazzale Giovanni Dalle Bande Nere 2 a Milano e chiedete di assaggiare le birre La Ribalta/Giustospirito (la nostra preferita è la Pale Ale inglese in luppoli americani ma ci dicono che la più apprezzata è la Belgian Strong Ale; c'è anche la Pale Ale inglese... a voi la scelta); poi seguiteli sulla loro pagina FB www.facebook.com/birrificiolaribalta per sapere tutte le novità sui risultati delle sperimentazioni in corso.

lunedì 2 dicembre 2013

Due paste madre nel nostro frigo: come ci sono finite


Sabato 22 novembre, in occasione di Bookcity Milano 2013, siamo andati ad un incontro con Lisa Casali di Ecocucina.org, conduttrice, insieme a Federico Bernocchi, di Orto e Mezzo, su laeffetv. Per presentare il suo ultimo libro, Autoproduzione in cucina, ci ha spiegato come si fa il kefir e la maionese vegetale e ci ha regalato un po' della sua preziosa pasta madre. Abbiamo poi continuato il nostro giro per i Chiostri di San Barnaba tra i produttori di Poposgusto, manifestazione ideata da Radio Popolare che si svolge il secondo e il quarto sabato di ogni mese, per promuovere la filiera corta. Siamo andati a salutare Margherita e Alessandro (ormai siamo i loro groupies) del Caseificio Damiano; quando, tutti trionfanti, abbiamo annunciato che anche noi finalmente avevamo della pasta madre, Alessandro l'ha sottoposta subito all'esame di Massimo del Panificio Grazioli di Legnano che per tutta risposta ci ha regalato un po' della sua. 
Tornati a casa, su consiglio di Massimo, abbiamo rinfrescato il lievito madre di Lisa seguendo le indicazioni del suo libro, e da una settimana convivono pacificamente nel nostro frigorifero. Il rinfresco va effettuato ogni settimana per tenerle vive, cioè per far sì che mantengano il potere lievitante.
Ed eccoci qui, da zero a due in un solo giorno.

Cosa abbiamo capito della pasta madre

1 Che che va di moda, e molto, e pure da un bel po'. Esistono dei fondamentalisti della pasta madre!

2 Che se non ti fai la tua sei un blogger di serie B, e anche più scarso.

3 Che i panifici più accorti ci tengono molto a farti sapere che il loro pane lo fanno con la pasta madre. Leggi: come una volta.

 

Comunque, se volete qualche info in più sulla portata del fenomeno culturale del quale stiamo parlando e sul come farvi la vostra pasta madre, perdete due minuti e leggete qui: http://www.dissapore.com/grande-notizia/come-fare-la-pasta-madre-ricette/

Chiariamo subito: per noi al momento é soltanto un esperimento, a tratti anche una sfida. Insomma, si tratta di evitare che qualcosa muoia... Chi lo sa, magari un giorno ci affezioneremo, la chiameremo per nome e non potremo separarcene più... sempre che sopravviva alla nostra maldestra attitudine culinaria, povera malcapitata pasta madre.
Abbiamo anche pensato che se ce la dovessimo fare potrebbe essere il regalo di Natale che ci risolve tutti i problemi: vuoi mettere quanto è figo presentarsi a casa della zia con un po' di pasta madre?

[pasta madre o lievito naturale, lievito acido, pasta acida, lievito madre, pasta crescente: sono la stessa cosa]

..........

Una settimana dopo, il pane fatto seguendo la ricetta di Lisa Casali, con la sua pasta madre rinfrescata la sera prima:



Ingredienti: farina 0, pasta madre, acqua, sale, miele.
Il miele che abbiamo usato è molto aromatico (millefiori con prevalenza castagno), che ha conferito al pane un gusto particolare. La seconda lievitazione dopo la prima lavorazione è stata più lunga rispetto a quanto consigliato, la pasta è molto lievitata e il pane sotto la crosta è soffice. La maggior parte è finita in freezer, un pezzo lasciato per il giorno dopo e conservato in un sacchetto di carta; ha perso un po' di freschezza. Siamo positivi: le paste madri sono ancora vive e vegete!

venerdì 29 novembre 2013

MILANO Cose [in un certo senso agli antipodi] da fare nel weekend


Stamattina sfogliando l'inserto di un quotidiano, la nostra attenzione è stata catturata da due finestrelle foto+testo una accanto all'altra che invitavano a due manifestazioni, entrambe in svolgimento a Milano, tra loro molto lontane nell'immagine e nello spirito. 
Questo accostamento ci ha colpito. Della serie cose estreme da fare nel weekend: passare da un centro sociale a uno dei negozi più famosi di Milano con il cibo come filo conduttore.

Ecco di cosa parliamo:  

LA TERRA TREMA - AGRICOLTURA E LE SUE SORELLE

29, 30 Novembre e 1° Dicembre 2013 al LEONCAVALLO via Antoine Watteau 7

Dal comunicato stampa:

LA TERRA TREMA accoglie agricoltori e agricoltura, vini e vignaioli di qualità, contadini resistenti provenienti da tutta Italia, per dar vita a tre giorni di degustazioni individuali e guidate; dibattiti e confronti pubblici; incontri informali con i produttori;
acquisti diretti; concerti, proiezioni, cene a filiera diretta.
LA TERRA TREMA porta nel cuore di Milano le mille storie di agricolture partigiane e ribelli; le storie di rivolta di chi abita territori assediati da cemento, capannoni, infrastrutture devastanti calate dall’alto;
le elaborazioni, condivise e partecipate, delle politiche che, ai suddetti territori, guardano, perché lì stanno nascendo/nasceranno comunità nuove, consapevoli, aperte.
Per questo motivo ci sta a cuore di precisare anche quest’anno che: LA TERRA TREMA è una manifestazione dedicata all’agricoltura di qualità, quella che in Italia quotidianamente si batte per tutelare suolo, socialità, cultura, sapori. Prima di una condivisione sostanziale o programmatica di definizioni ideali a proposito di vini naturali, certificazioni bio/biodinamiche/integrate, prima dei marchi di qualità o di tutela – prima di tutto questo – LA TERRA TREMA chiede una convinta condivisione sulle pratiche di resistenza che essa stessa attiva.
In particolar modo adesso, alle soglie di un’Expo2015 nauseabonda, contraddittoria, esito controverso di un capitalismo finanziario che sta devastando ogni cosa. Agricoltori, vignaioli, spazi occupati, pratiche di resistenza territoriali: in questo meraviglioso e multiforme  incontro è racchiusa la forza, la necessità stessa de LA TERRA TREMA.
Per questo continuiamo a costruire ogni anno LA TERRA TREMA solo sulle nostre forze, per questo ci lavoriamo in autogestione, senza sponsor, senza patrocini e sovvenzioni, tenendoci ben lontani da retoriche monocordi che non ci assomigliano e proprio non ci piacciono: quella che riduce a brand la Resistenza partigiana per ragioni di mercato alla Farinetti in Eataly o quella del buono, pulito e giusto di Petrini e Slow Food, fossilizzata su aggettivi fuori dal tempo  e dal mondo perché non è più epoca, tutto ci è stato tolto, tutto dobbiamo conquistare; puliti non siamo, siamo pregni di contaminazione e meticciato; non ci piacciono i teoremi e gli accanimenti repressivi nei confronti di chi difende  il proprio territorio e immagina  un altro modello di sviluppo lontano dall’idea monolitica del profitto, della speculazione, del consumo di territorio, della devastazione ambientale, naturale e sociale (in Val di Susa come ad Abbiategrasso e Milano).

CHRISTMAS FOOD VILLAGE

29, 30 Novembre e 1° Dicembre 2013 da CARGO via privata Antonio Meucci, 39

Dal comunicato stampa:







Un Natale di food entertainement aspetta tutti gli appassionati di cucina dal 29 novembre al 1° dicembre al Christmas Food Village.
In attesa della Milano Food Week 2014, che invaderà Milano dal 16 al 24 maggio 2014, Food Tank, team promotore della manifestazione, ha preparato per tutti i food lovers un villaggio natalizio dedicato alla cultura gastronomica italiana. La prima edizione di un appuntamento che da quest’anno accompagnerà i fan della Milano Food Week tutti gli anni a Natale.
Un weekend lungo, ricco di appuntamenti, di esibizioni ai fornelli, di degustazioni e di incontri per conoscere i grandi chef, i blogger più amati del web e i personaggi food della TV, per impararne i trucchi, incontrarsi, condividere e soprattutto divertirsi.Tre giorni per prepararsi al momento più goloso dell’anno: il Natale!
Il Christmas Food Village quest’anno sarà allestito all’interno di Cargo, lo spazio polifunzionale di 11.000 mq nato nell’ex fabbrica Ovomaltina, allestito per l’occasione in pieno stile natalizio.
L’ingresso sarà gratuito per tutti e tre i giorni, alcuni eventi a numero chiuso saranno prenotabili attraverso il sito www.christmasfoodvillage.com per dare la possibilità a chiunque lo desideri di prepararsi nel migliore dei modi allo spirito natalizio.
All’interno di Cargo troveranno spazio due cucine speciali, totalmente allestite grazie al supporto di  Tupperware Italia; la prima sarà dedicata agli chef più celebri, alcuni stellati, come Claudio Sadler, Tommaso Arrigoni ed Eros Picco, Fabio Baldassare, Marco Sacco, Aurora Mazzucchelli, Diego Rossi, Daniel Canzian, Luciano Monosilio e ancora Beniamino Nespor e Eugenio Roncoroni, Misha Sukyas, Massimo Moroni, Domenico Della Salandra, Gianni Tota, Stefania Corrado, Andrea Alfieri oltre ad alcuni tra i volti televisivi più noti come Maurizio e Andrea da Masterchef; la seconda cucina, invece, sarà dedicata al mondo del web dove tanti blogger noti al grande pubblico sveleranno i loro segreti culinari.
Speciali workshop, dedicati all’arte e al bon ton della tavola, con il maestro Alberto Presutti, che presenterà anche il suo libro “Bentornato Galateo”, saranno occasioni imperdibili per prepararsi alle feste, ideare speciali allestimenti per la tavola e conoscere tutte le buone maniere, che non passano mai di moda.
Al Christmas Food Village saranno organizzate anche numerose presentazioni di libri di cucina: sul palco Gianluca Biscalchin, Mariagrazia Picchi, Claudia Biondini, Alberto Presutti, Sandra Salerno, Milly Callegari, Massimo Morino, Andrea Bevilacqua e Roberto Maurizio.
Il Christmas Food Village è un’ottima occasione per conoscere e approfondire novità e tradizioni del mondo del food, in un’atmosfera unica, aspettando il Natale.
 

martedì 26 novembre 2013

Risotto Puntarelle e Salsiccia

Risotto Puntarelle e Salsiccia

Non avevamo mai assaggiato le puntarelle prima di domenica. Le nostre mamme non le usano, forse perché non vengono contemplate dalla tradizione culinaria lombarda. Acquistiamo regolarmente la catalogna essendo uno degli alimenti preferiti dai nostri conigli, ma non la catalogna asparago (Cicoria di catalogna frastagliata di Gaeta). Sabato al mercato abbiamo trovato solo quella e dopo aver visto un paio di video su come prepararle, abbiamo scelto di provarle nel risotto. Le puntarelle non sono altro che i germogli della catalogna: sono teneri e di colore verde chiaro e si sviluppano al centro della pianta, protetti dalle lunghe foglie esterne (che possono essere usate anch'esse in cucina!).

Ingredienti per 4 persone
per le puntarelle:
300g di puntarelle (pesate già pulite e tagliate)
uno spicchio d'aglio
olio evo
per il risotto:
400g di salsiccia di maiale
mezza cipolla bianca
100ml di vino bianco
9 pugni di riso per risotti
5 cucchiai di parmigiano grattugiato
almeno un litro di brodo vegetale
pepe nero 
(sale)

Puntarelle
Le puntarelle lavate e pronte per essere preparate

Preparare le puntarelle è lungo e noioso, per cui armatevi di tanta pazienza, oppure, se lo trovate, compratevi un tagliapuntarelle. Vanno divise una ad una dal centro della pianta, eliminando la parte finale, più bianca e dura; poi vanno tagliate a metà per la lunghezza e infine a listarelle molto sottili. Man mano che le affettate  buttatele in una terrina piena di acqua fredda di modo che perdano un po' del loro sapore amaro (non è obbligatorio, dipende da quanto siete abituati all'amaro delle verdure).

Puntarelle tagliate a listarelle
Puntarelle sottili sottili a mollo
A lavoro ultimato, scolatele e cuocetele in padella a fuoco lento con un po' d'olio extra vergine; fatele appassire ma lasciatele comunque croccanti. Tagliate la cipolla a pezzettini molto piccoli e soffriggetela con olio nella pentola dove cucinerete il risotto. Quando sarà diventata trasparente, unite la salsiccia privata del budello e tagliata a tocchettini; fatela rosolare bene. Ora aggiungete il riso e usando il cucchiaio di legno amalgamate bene con il soffritto; fate tostare il riso per almeno due minuti, poi sfumate col vino bianco sempre continuando a girare. Quando il vino si sarà assorbito quasi completamente, iniziate ad aggiungere, pochissimo alla volta, il brodo molto caldo. Continuate a mescolare e aggiungete brodo ogni volta che sarà necessario. A metà cottura unite le puntarelle. Assaggiate e valutate se è il caso di metterci del sale; se il brodo vegetale è abbastanza saporito, non vi servirà. Quando il riso è cotto, togliete dal fuoco e mantecate col parmigiano. Potete metterne quanto volete ma state attenti a non coprire il sapore di puntarelle e salsiccia. Un po' di pepe ed è pronto per essere portato in tavola!

sabato 23 novembre 2013

#StayOpen: a Milano in un loft di 1000 mq nasce una libreria decisamente all'avanguardia


C'era un sacco di gente all'inaugurazione, mercoledì 20, di Open | More than books e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, i fondatori hanno proprio avuto l'idea giusta. Un open space al primo piano arredato da Lago con grandi divani, librerie e un tavolone lunghissimo di legno che ti invita a prendere posto; sopra la testa, lampade colorate a illuminare le tue letture e l'ambiente circostante: un ambiente accogliente, come vorresti che fosse il posto da dedicare ai tuoi interessi. I libri sono divisi per tipologia, ampia e interessante la sezione dedicata alla cucina, davanti alla quale abbiamo stazionato per la maggior parte del tempo.
Ma ciò che differenzia Open da tutte le altre librerie è prima di tutto lo sguardo al futuro; infatti dopo la registrazione gratuita potrete richiedere un tablet per consultare e leggere gli e-book selezionati dallo staff e i principali quotidiani nazionali; e se il tablet l'avete già, il wi-fi è gratuito.

Inoltre è possibile affittare, anche solo per un giorno, una scrivania nello spazio dedicato al coworking, pensato anche per ospitare riunioni di lavoro e corsi (che possono tenersi anche nella cucina di Open). Va da sé che non poteva mancare un angolo dedicato al gusto, gestito dal fast gourmet milanese Ottimomassimo (per l'inaugurazione, oltre a prosecco e vino rosso, degli assaggi monoporzione davvero niente male).
Ma c'è un'altra cosa che vogliamo dirvi su Open: avete mai sentito parlare di crowdfunding? Bene, i fondatori stanno utilizzando Eppela per finanziare il loro ambizioso progetto. Date un occhio a cosa avrete in cambio se vorrete sostenerli:  http://www.eppela.com/ita/projects/556/stay-open
Soldi ben spesi, non vi pare?
Open via Monte Nero 6, Milano - aperti 7 giorni su 7, dalle 10,00 alle 22,00

Cos'altro dire, noi ovviamente ci siamo comprati un libro di ricette fresco fresco di stampa che si intitola Papaveri e Pistacchi, e propone ricette con semi e germogli 'per una cucina gustosa e naturale' dice il sottotitolo. L'introduzione è interessante: parte daii molto discussi brevetti di sementi resistenti ai parassiti ma che generano piante sterili alla perdita di specie antiche a favore di coltivazioni intensive. Ci è piaciuta molto la parte dedicata ai germogli che spiega come coltivarli in casa; il resto lo fanno le belle foto e le ricette dai procedimenti brevi ma chiari. Lo consigliamo!
Papaveri e Pistacchi di Maia Beltrame e Giacomo Notarbartolo, foto di Giandomenico Frassi, DeAgostini, 16,00 €

giovedì 14 novembre 2013

Moroccan Orange Cake - Ricetta di Samanta


Buongiorno a tutti, questa ricetta arriva dalla nostra amica Samanta (che rigraziamo! Grazie Samy!!!): è una torta deliziosa con ingredienti di stagione che non vi deluderà. E' semplice e veloce da preparare ed è ottima per le vostre merende invernali. 

Ingredienti:
225g mandorle in polvere
225g burro a temperatura ambiente
3 uova
225g zucchero semolato
60g farina
la scorza grattugiata di un arancio non trattato
il succo di un arancio
1 cucchiaio da tavola di essenza di arancio
1 cucchiaino di lievito
50g mandorle affettate
un paio di cucchiai di zucchero per decorare

Con le fruste elettriche lavorate a crema il burro con le mandorle in polvere e lo zucchero. Unite le uova uno alla volta continuando a mescolare con le fruste. Quando il composto sarà omogeneo, unite il succo, la scorza e l'essenza di arancio. A questo punto, aggiungete molto delicatamente e poco alla volta la farina ed il lievito setacciati. Versate in una teglia imburrata e infarinata dal diametro di 20 cm abbastanza alta, decorate la superficie con le mandorle a fette e spolverizzare con un po' di zucchero. Mettete nel forno già caldo (160 gradi) e cuocete per circa 50 minuti.

Potete servirla da sola o, meglio, con il tipico the alla menta del Nord Africa.

lunedì 11 novembre 2013

Dal nostro giardino: tisana con malva, verbena, achillea e limoncina


Quello che sta finendo, è stato il primo anno di vita vera del nostro giardino: lo abbiamo seminato a trifoglio nano (per i nostri conigli) e trapiantato piante aromatiche tenute nella nostra mini-serra durante l'inverno precedente. Ma la natura ha fatto crescere nel nostro giardino anche altre ospiti, solitamente definite erbacce, e che per questo di solito vengono estirpate senza tanti convenevoli.
Siamo diventati esperti nel riconoscerle grazie ai nostri conviventi a quattro zampe, ghiotti delle erbe di prato; tra quelle nate dai semi portati dal vento, achillea, verbena e malva sono state appese a testa in giù a essiccare nella nostra cameretta per un bel po'; insieme alla limoncina (che invece è una pianta di origine cilena le cui foglie hanno un buonissimo sentore di limone) sono le componenti della nostra prima tisana home made, produzione un po' scarsa a dir la verità, però ci è venuta bene. Potete sostituire la limoncina con menta, che nella bella stagione cresce spontaneamente un po' dappertutto.


Le proprietà delle erbe:
Malva: antinfiammatoria, espettorante;
Verbena: drenante, antinfiammatoria, tonica, tranquillante;
Achillea: antinfiammatoria, aiuta nei casi di disturbi digestivi;
Limoncina (o Erba Luigia): digestiva, blandamente sedativa.

Niente male per un piccolo giardino come il nostro! Inoltre, guardandoci un po' in giro, abbiamo scoperto che tisane come queste vengono vendute a prezzi esorbitanti... son soddisfazioni!




venerdì 10 maggio 2013

Stinco di Maiale alla Birra Fumé

Ma chissenefrega se lo stinco è un piatto invernale! Non stiamo forse ancora aspettando l'arrivo della primavera?!
Lo stinco è trasversale, fa tanto Oktoberfest, pranzo della domenica, gita in montagna... E poi, conoscete qualcuno che se ne sia cibato in solitudine? Noi NO! O almeno, nessuno che abbia avuto il coraggio di ammetterlo. Come se non bastasse, lo stinco arrosto è anche meglio riscaldato il giorno dopo.

Ingredienti per quattro persone
4 stinchi di maiale
2 Birre Fumè da 50 cl
erbe aromatiche fresche ( rosmarino, timo, salvia, alloro, mirto)
una cipolla
2 scalogni
sale grosso
olio evo.

In una pentola grande dal fondo spesso, fate rosolate nell'olio le erbe aromatiche con la cipolla e lo scalogno affettati.
Aggiungete gli stinchi e fateli rosolare bene a fuoco vivace su tutti i lati, sfumate con la birra, salate e abbassate la fiamma. Coprite con il coperchio. Girate gli stinchi di tanto in tanto facendo ridurre quasi completamente la birra. Verificate la cottura infilzando uno stinco con la forchetta: se non rilascia acqua è pronto. Alzate la fiamma e fateli rosolare prima di toglierli dal fuoco. Serviranno circa due ore, a seconda della dimensione degli stinchi. Accompagnate con un contorno di verdure cotte, tipo le classiche patate al forno.

La Birra Fumé che abbiamo usato in questa ricetta è molto particolare: ha un sapore molto deciso che non può che abbinarsi benissimo alla carne. Qui il link al birrificio artigianale che la produce:
La Mia Birra - Premana (SO)
www.lmbbirradivalsassina.it

giovedì 11 aprile 2013

Biscotti alla Frutta disidratata

Non fatevi trovare impreparati per l'ora del the!

Ingredienti per una sessantina di biscotti
300 g di frutta mista disidratata
(noi abbiamo usato: 100 g di albicocche, 100 g di mirtilli rossi, 35 g di uvette, 35 g di zenzero candito, 30 g di papaya o mango)
500 g di farina 0
220 g di burro
2 uova
60 g di zucchero di canna
190 g di zucchero bianco

Il procedimento è sempre lo stesso: dopo aver tenuto in ammollo le uvette per qualche ora, impastate velocemente tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo. Ricavate dall'impasto delle palline della dimensione di una noce e poggiatele sulla leccarda foderata di carta forno. Scaldate il forno a 180° e quando è caldo infornate i biscotti, per 20/25 minuti.
Lasciate raffreddare bene prima di servire. Nella biscottiera rimarranno anche per una settimana senza che il sapore ne risenta. Molto nutrienti, ideali anche a colazione.

In commercio esistono diversi mix di frutta già pronti tipo quello ai frutti rossi con fragole, amarene e mirtilli: in questo caso ricordatevi di usate meno zucchero!

Ricetta apparsa su:



sabato 6 aprile 2013

Insalata con Tacchino grigliato e Cipollotti marinati

Bruno adora la cipolla. Quel tipo di cipolla il cui sapore ti schiaffeggia senza pietà e ti lascia tramortito con la fiatella che non mente. E che ti accompagna per le successive 6/8 ore.
Però con davanti un pomeriggio di lavoro (e quindi di rapporti interpersonali) da affrontare non me la sono sentita di eccedere e così, dovendo trovare un compromesso, come condimento ho usato una marinata di cipollotti che ha dato a una normale insalata qualcosa in più, ma senza disturbare troppo.
(La marinata va preparata il giorno prima).

Ingredienti per 2 persone:
2 bistecche di tacchino
100g di rucoletta
2 carote medie
3 patate
per la marinata:
5 cipollotti non troppo grandi
2 cucchiai di aceto bianco
1 cucchiaino di zucchero
Olio, a sufficienza per condire tutta l'insalata
Abbondante pepe nero macinato fine
Sale qb

Cominciate dunque dalla marinata, lavando bene i cipollotti e affettandoli non troppo fini; in una terrina mettete tutti gli ingredienti per il condimento e mescolate bene; tenete tutto in frigo fino al momento dell'utilizzo, girando spesso.

Il giorno dopo, preparate l'insalata: bollite le patate e una volta fredde tagliatele a fette; lavate e asciugate bene la rucola, affettate le carote a rondelle fini; grigliate il tacchino facendolo colorire da entrambi i lati; lasciate intiepidire e sfilacciatelo con le mani.
Mettete tutti gli ingredienti in una terrina e condite con la marinata; aggiustate con sale e pepe se necessario.

mercoledì 6 febbraio 2013

Pasta Integrale al Pesto di Pistacchi e Ricotta salata

I più fortunati hanno un parente lontano che ogni tanto manda ai congiunti di città alcune prelibatezze o 'generi di conforto' fatti in casa: nel nostro caso il nostro benefattore, o meglio, benefattrice, si chiama zia Virginia e ci ha fatto pervenire directly from Sicily una ricotta salata stagionata da urlo.
L'abbiamo usata in questo pesto: prepararlo è davvero semplicissimo. Il sapore è molto deciso, la ricotta sa il fatto suo,  quindi non vi occorrerà altro condimento se non l'olio per tenere uniti tutti gli ingredienti.
Durante una delle nostre uscite, alla Drogheria Plinio, un posto davvero molto carino dove si può pasteggiare in tutte le accezioni milanesi del termine e comprare prodotti alimentari, abbiamo preso le Penne rigate integrali Alce Nero che ci stanno davvero a pennello.

Per 6 persone:
500 g di pasta corta integrale
70 g pistacchi al naturale
90 g ricotta salata stagionata in scaglie
2 cucchiai di parmigiano grattugiato (facoltativo)
8 cucchiai di olio extra vergine
Pepe q.b.
Per decorare: granella di pistacchi e riccioli di ricotta

Mettere i formaggi, i pistacchi e l'olio nel frullatore; sminuzzate più o meno grossolanamente, come più vi piace. Pepate.
Cuocete la pasta al dente e conditela col pesto, girando bene. Se dovesse risultare troppo secco aggiungete altro olio, poco alla volta. Decorate il piatto con la granella di pistacchi e la ricotta a riccioli (per ottenerli aiutatevi con un pelapatate).